giovedì 4 aprile 2013

lentisco

Il lentisco ai Campi di Teo non manca, ecco cosa ci si potrebbe fare:

La masticha chiou è una resina che si estrae dal tronco e dai rami del mastichodendro, (pistacia lentiscus var. chia). Si ottiene incidendo l’arbusto con un attrezzo tagliente. La masticha si presenta come una lacrima al punto dell’incisione e lentamente scivola verso terra. La sua consistenza inizialmente è gommosa. Si cristallizza in forme asimmetriche dopo circa 15 giorni dalla sua estrazione. Il suo sapore all’inizio è amarognolo, ma scompare velocemente, per lasciare spazio al profumo inebriante che la caratterizza.
La masticha dai tempi antichi è conosciuta per il suo profumo particolare e le sue proprietà terapeutiche. Nel passato la preziosa resina era usata come ingrediente cosmetico e bruciata come incenso ritenendo che potesse rinforzare la capacità di entrare in contatto con il soprasensibile. In Medio Oriente la sua azione disinfettante e antisettica era apprezzata per il trattamento delle ferite così come nell’igiene orale: il mastice veniva impiegato sotto forma di gomma da masticare per la cura delle gengive e dei denti ed era già in uso fin dal X secolo nei paesi arabi come componente delle otturazioni. Era inoltre usato anche per curare le ulcere gastriche. Forse è per questo che era uno degli ingredienti del liquore locale noto come raki. Nel lontano Oriente la resina è ancora apprezzata per le sue proprietà medicinali. E ancora oggi molti dolciumi sono fatti con il lentisco: caramelle, gelatine o la pasticceria.Mescolato con altri ingredienti il lentisco produce un buon mastice per il vetro, la porcellana, la foglia d’oro e anche i denti. In passato la resina era usata anche come vernice per i quadri. 

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