giovedì 12 novembre 2015

possibile pianta da introdurre ai campi

Moringa oleifera

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Moringa oleifera
Oleifera Antanimieva.jpg
Arbusto di Moringa oleifera
Madagascar
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineCapparales
FamigliaMoringaceae
GenereMoringa
SpecieM. oleifera
Classificazione APG
OrdineBrassicales
FamigliaMoringaceae
Nomenclatura binomiale
Moringa oleifera
Lam.1785
Sinonimi
Moringa pterygosperma
Moringa aptera
La Moringa oleifera Lam.1785 è una pianta appartenente alla famiglia Moringaceae, diffusa in buona parte della fascia tropicale ed equatoriale del pianeta.

Descrizione

Moringa oleifera raggiunge dai 4 ai 7 m di altezza, ma con suolo profondo e fertile supera anche i 10 m; ha tronco eretto o ramificato dalla base, molle e a consistenza spugnosa; il legno è debole, i rami, sottili e intrecciati, sono penduli.
Le foglie sono pluricomposte (ogni foglia è composta da alcune fogliole), ogni fogliola è imparipennata con foglioline ovali opposte e con una fogliolina terminale; le foglie sono alquanto robuste, verde chiaro al dorso, verde glauco (pallido) al verso.
Le radici hanno un forte odore e sapore di ravanello, da cui deriva il nome di “horseradish tree” cioè l'albero del ravanello.
fiori sono piccoli ma numerosi, di colore bianco crema, ottimi produttori di nettare per le api, di discreto valore decorativo. In ambiente tropicale la pianta può fiorire due o tre volte all'anno.
frutti sono grandi baccelli a sezione triangolare, affusolati e appuntiti (30-45 cm di lunghezza), verdi e morbidi se immaturi; a maturità assumono una colorazione ocra e poi marrone e una consistenza legnosa.
semi bruni contenuti sembrano fagioli, ma sono tondeggianti e sono dotati di una membrana cartacea; sono da 16 a 22 per baccello, mentre ogni albero produce da 20 fino a 80 baccelli.

Distribuzione

Moringa oleifera è originaria dell'India orientale, si ritiene delle regioni pedemontane della catena himalayana dell'Uttar Pradesh. La specie è variamente diffusa e coltivata in tutta la fascia tropicale del pianeta.
Un'altra specie, la Moringa stenopetala, originaria dell'Etiopia (fascia sud) e Kenya (fascia nord), ha avuto un notevole sviluppo in coltivazione, soprattutto nei suoi paesi di origine. Produce meno frutti di Moringa oleifera, e quindi meno semi.

Ambiente

Fiori di Moringa oleifera
La pianta di Moringa è resistente alla siccità e può svilupparsi in un'ampia varietà di terreni, anche poveri, e su suolo sterile; in terreni di buona fertilità e mediamente irrigati può avere una crescita notevole. Non ha preferenze di suolo per quanto concerne il pH (suoli acidi o alcalini), tollerando valori di pH da 4,5 a 9,0; si sviluppa e può fruttificare già al primo anno di impianto con abbondante crescita di foglie.
La pianta ha assoluta necessita di terreno ben drenato, non sopportando terreni alluvionati o asfittici.

Resistenza al fuoco

L'albero non è resistente al fuoco, e questo è un grave svantaggio, dato che nei paesi di origine l'uso del fuoco, in maniera più o meno controllata, è un mezzo sbrigativo e frequente per il diserbo e la “fertilizzazione” del suolo. L'incendio boschivo produce gravissimi danni a questa specie, spesso fatali. A differenza di altre specie vegetali, che dopo l'incendio possono rivegetare, le piante di Moringa, una volta percorse dal fuoco, sono irrimediabilmente distrutte.

Clima

Le varietà comuni sopportano brevi gelate (soprattutto le piante adulte), ma il freddo, se ha una durata consistente, interferisce gravemente con la crescita e la fruttificazione, anche se non uccide la pianta.
La pianta rimane in vegetazione anche con clima molto secco; nel suo ambiente, in caso di siccità, è spesso l'unica che si conserva verdeggiante. Si ha la caduta delle foglie solo come difesa ad un clima estremamente arido, con il ritorno dell'umidità la pianta riforma le foglie.
La Moringa si ritiene coltivabile nella fascia climatica dell'arancio, preferendo certamente, in caso di coltivazioni significative, le zone più calde e riparate di tale fascia. Anche nelle zone europee con geli molto moderati è comunque possibile coltivare la Moringa all'esterno durante tutto l'anno. Importante, però, è la protezione delle radici con pacciamatura di paglia o accorgimenti simile per evitare il gelo delle radici. Tutta la parte esterna muore se esposta per tempi consistenti a temperature pari o inferiori allo zero centigrado, ma se la parte sotterranea riesce a sopravvivere rivegeta con vigore a primavera.

Usi alimentari

Frutti di Moringa oleifera
Dunt-dalun chin-yei, zuppa di Moringa della cucina birmana
Praticamente tutta la pianta è commestibile e di notevole interesse dal punto di vista nutrizionale.
Le foglie possono essere mangiate e sono molto ricche in proteinevitamine e sali minerali. Hanno un sapore leggermente piccante e gradevole anche allo stato crudo. Spesso sono preparate ininsalata, ma possono essere cotte come gli spinaci. Contengono il 25 per cento in peso di proteine (più delle uova e il doppio del latte di mucca), il quadruplo in vitamina A delle carote, quasi otto volte la vitamina C delle arance, il triplo del potassio delle banane.[1]. Un simile contributo proteico fa pensare che tale nutrimento possa essere un utile supporto per le gestanti e per l'allattamentoumano in condizioni di povertà e difficoltà. Le foglie, oltre che direttamente per l'alimentazione umana, possono essere utilizzate come foraggio per l'allevamento di animali. Se le foglie sono usate come foraggio assieme alla pasta residua dell'estrazione dell'olio, costituiscono un buon ricostituente alimentare per gli animali erbivori, di cui sembra migliorare le condizioni vitali. Sono un buon supporto post-parto per le vacche che reggono egregiamente elevate produzioni di latte, e per la crescita dei vitelli. La definizione di “animali erbivori” si deve intendere in senso lato dato che le foglie sono fortemente appetite da tutti gli erbivori, anche da pesci erbivori come le carpe, che ne sono molto ghiotte.
Per quanto riguarda i frutti, l'uso più diffuso e frequente è la preparazione, mediante bollitura, dei baccelli immaturi (detti 'mazze da tamburo'), che hanno il sapore degli asparagi. Nella medicina Siddha sono considerati dei potenti afrodisiaci per ambedue i sessi.
I semi vengono assunti bolliti o tostati e hanno il sapore dei ceci. L'estrazione di olio dai semi è un'importantissima risorsa: i semi contengono dal 30 al 50% di olio (le olive dall'8 al 20%). L'olio estratto contiene dal 65 al 76% di acido oleico che è lo stesso grasso insaturo dell'olio d'oliva. L'olio è dolce e saporito e non irrancidisce, diversamente dall'olio di Jatropha. È perfettamente adatto all'alimentazione umana. Estratti gli oli dai semi, la pasta residua contiene il 60% di proteine pregiate. Questa è una quantità enorme se si considera che il residuo dell'analogo trattamento dellasoia (prodotto di discreta qualità proteica vegetale) produce dal 30 al 35% di proteine, la cui gamma di aminoacidi, come per la gran maggioranza degli altri vegetali noti, è incompleta. Le proteine ottenute della pasta residua sono adatte per l'alimentazione umana.
Anche le radici sono commestibili e, come accennato, hanno sapore piccante come di ravanello. L'aroma piccante delle radici è più pronunciato di quello delle foglie. L'uso comune delle radici è quello di aromatizzante (analogo al rafano), ma, per la presenza di un alcaloide (la spirochina) che interferirebbe con la trasmissione nervosa, ne è sconsigliato l'uso in quantità eccessiva.
Anche i fiori sono commestibili, di norma preparati in insalata.
La moringa è pianta mellifera, e quindi può esser prodotto il miele dai suoi fiori.
È di grande rilievo il fatto che il contenuto proteico delle parti della pianta è completo (cioè contiene tutta la gamma degli aminoacidi, anche quelli pregiati). Questo fatto è pressoché unico tra i vegetali e si può definire la Moringa oleifera come l'unica pianta esistente (oggi nota) con tali caratteristiche.
Tali caratteristiche rendono la Moringa una pianta interessante dal punto di vista umanitario, in quanto possiede un grande potenziale per combattere famemalnutrizione, e povertà.

Altri usi

L'olio estratto dai semi può essere usato per produrre saponilubrificanti e cosmetici dal valore equivalente a quelli prodotti con l'olio di oliva, e quindi piuttosto elevato. Gli oli estratti sarebbero anche adatti alla preparazione di carburante biodiesel, anche se sembra un uso non appropriato visto la qualità e i potenziali usi alimentari.
Dalla corteccia è estratta una gomma dai molti usi, e sostanze tanniche usate per la concia delle pelli. Il legno può essere utilizzato per l'industria della carta, fornisce inoltre una tintura di colore azzurrato.
Dalle foglie di Moringa oleifera si può preparare, mediante la infusione delle foglie in acqua per diversi giorni, un concime liquido. L'aumento di crescita delle piante concimate mediante la nebulizzazione del liquido ottenuto sulle superfici assorbenti è notevole (fino al 25%).

Utilizzo nella depurazione dell'acqua

L'uso più famoso della pianta è quello di depurazione dell'acqua tramite i semi. La farina di semi di Moringa è un ottimo depuratore dell'acqua o di altri liquidi alimentari, avendo un eccellente potere flocculante: fissa e adsorbe (cattura fissando) i corpi batterici e le altre impurità in sospensione nel liquidi inglobandoli in fiocchi che poi precipitano al fondo, lasciando il liquido più limpido e depurato. Il potere flocculante è dovuto ad un polielettrolita particolarmente efficace. Tale proprietà di purificazione è ben nota nelle zone nelle quali spesso l'acqua non è pura. In tali luoghi, la Moringa oleifera è definito come “l'albero dell'acqua pulita”. Ad esempio nella valle del Nilo la Moringa oleifera è conosciuta come "Shagara al Rauwaq” che significa testualmente "albero che purifica", (Von Maydell, 1986).